Un turista che si trova in macchina ha una grande difficoltà a circolare per le vie di Napoli. Mentre si domanda di chi è la precendenza, si troverà confrontato a dei guidatori che pensano che la precedenza appartiene a chi se la prende. In questo modo il turista si blocca e gli altri circolano liberamente anche se la precedenza appartiene al turista. Se parlo di Napoli è perché conosco il fenomeno essendo d’origine napoletana. Certamente ci sono altre città in cui vige lo stesso fenomeno.
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Per noi cristiani il problema è molto simile. Il Signore Gesù, dopo la sua morte, è disceso agli inferi ed ha tolto a Satana lo scettro dell’autorità di cui questi si era impadronito, rubandolo ai nostri rappresentanti, Adamo ed Eva. È a noi credenti che il Cristo ha ridato l’autorità. Solo che noi crediamo sempre che quest’autorità l’ha sempre Satana e continuiamo a vivere come se gli dovessimo eterna obbedienza. Mentre ci domandiamo se è vero o se è possibile che noi abbiamo l’autorità, lasciamo che il nemico continui il suo lavoro indisturbato.
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Quando noi credenti usciremo dalle nostre « saliere » e cominceremo a pregare per le autorità, a testimoniare sul nostro posto di lavoro (con discernimento evidentemente), alle persone cui Dio ci indirizza, allora vedremo le cose cambiare attorno a noi.
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« Come dunque invocheranno Colui nel quale non hanno creduto ? E come crederanno in Colui del quale non hanno udito parlare ? E come udiranno, se non v'è chi predichi ? » (Rom. 10: 14).
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Come si vede da questo versetto, il problema della salvezza degli increduli, è non soltanto legato all’azione dello Spirito Santo e alle nostre preghiere, ma è anche strettamente legato al numero ed alla quantità degli operai del Signore. Se vogliamo che la fede si propaghi e le persone si salvino, dobbiamo permettere all’opera di Dio di poter disporre d'un esercito sufficiente d’apostoli che vadano ad annunciare la Divina Parola.
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Dio ha bisogno di missionari, di molti missionari, per non lasciar passare infruttuosa questa ora provvidenziale che è l'unica nella storia. Ma, quanti hanno risposto e rispondono di sì alla chiamata di Dio? Considerato il pochissimo numero di servitori impegnati nell'opera di Dio (Mt. 9:37), un missionario esclamava : « Vorrei poter gridare con voce forte come il tuono per farmi sentire da tutti i cristiani, ma specialmente da tutti i giovani dicendo loro : - anime di fede, vedete quanta messe vi è ancora da raccogliere, perché dormite ? Vedete quanti perduti restano ancora da salvare ! Andate, quali messaggeri veloci, andate ad una nazione lacerata e convulsa, ad un popolo che vi attende nel pianto ».
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Non basta dunque ripetere rassegnatamente a Dio che mandi altri operai nella Sua messe, ma è necessario che noi tutti ci facciamo avanti generosamente, e, con umiltà e fiducia, diciamo con obbedienza : « Eccomi, o Signore, manda me. ». Ti sentiresti di pronunciare queste parole offrendoti in sacrificio a Gesù ? E non avanzare mille scuse come Mosè all’inizio della chiamata, ma rispondi positivamente all’appello di Dio, che se ti chiama è perché pensa di poterti utilizzare. Non dimenticare che il Signore ha recuperato e ti ha ridato l’autorità necessaria per combattere contro Satana.
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Forse da più anni o magari in questo stesso momento Egli bussa alla porta del tuo cuore con il dolce invito. Perché non Gli rispondi ? Eppure dal momento che siamo certi che Dio parla, chissà quante volte Egli ha veramente bussato alla porta del tuo cuore e, se sta bussando ancora, perché non risponderGli prontamente aprendo la porta senza indugio ? Egli ha grandi cose da mostrarti ! Non indugiare come colei (la Chiesa) che per lo Spirito ci parla nel Cantico dei Cantici : « Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. Sento la voce del mio amico, che picchia e dice : Aprimi, sorella mia, amica mia, colomba mia, o mia perfetta ! Poiché il mio capo è coperto di rugiada e le mie chiome son piene di gocce della notte. Io mi sono tolta la veste; come me la rimetterei ? Mi son lavata i piedi; come l'insudicerei ? Mi son levata per aprire al mio amico, e le mie mani hanno stillato mirra, e mie dita mirra liquida sulla maniglia della serratura. Ho aperto all'amico mio, ma Egli s'era ritirato, era partito. » (Cant. dei Cantici, cap. 5).
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Non indugiare più dietro tanti "ma" e tanti "se" che ti bloccano, mentre con un deciso atto di obbedienza potresti essere lo strumento nelle mani di Dio, per la salvezza di tante anime che altrimenti andrebbero perdute. Lo Spirito è come il vento, quando passa e soffia, bisogna lasciarsi trasportare prontamente abbandonandosi con fede dicendo al Maestro : «Eccomi, Signore! ». Ricorda che tutta l'opera della salvezza del mondo è un'opera di amore e di sacrificio, ma che non si attua soltanto elogiando l'opera di un missionario, nè con pianti e sospiri, o solo con la preghiera, ma con la risposta premurosa di credenti che sono pronti a consacrare la loro vita al servizio del Divin Maestro !
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Dove sono gli uomini e le donne di Dio ? Sono forse troppo occupati a correre a destra e a sinistra per cercare la « benedizione » di Dio ? Alcuni prendono perfino l’aereo per essere « benedetti », mentre la persona che abita vicino a loro sta vivendo nelle tenebre senza aver mai sentito parlare dell’Evangelo. Certo che è una cosa buona che i fratelli dimorino insieme, ma se la nostra vita cristiana si limita a questo, non abbiamo capito proprio niente. E buono che ci fortifichiamo, che siamo esortati, ma sempre per poter ritornare sul fronte. Siamo in guerra, non lo dimentichiamo !
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Ricordate la storia di Uria, il marito di Bath-Sceba ? (2 Sam. 11). Il re Davide lo fece tornare dal fronte affinché avesse rapporti sessuali con la moglie e nascondere così il fatto che Bath-Sceba era incinta di David. Ma Uria non si coricò con sua moglie. A Davide che gli chiedeva il perché, Uria rispose : « L’arca, Israële e Giuda abitano in tende, il mio signore Joab e i servi sono accampati in aperta campagna. Come potrei io entrare in casa mia per mangiare e bere e per coricarmi con mia moglie ? Com’è vero che tu vivi e che vive l’anima tua, io non farò questa cosa ! » (v. 11). Uria è l’esempio di una persona realmente implicata nella battaglia. Non poteva lasciare i soldati del popolo di Dio sul fronte e godersi le comodità che gli venivano presentate.
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Uria dovrebbe essere un modello per ciascuno di noi. Abbiamo una responsabilità. Non possiamo salvare le persone che stanno morendo, ma possiamo avvertirle. E lo Spirito Santo che convince di peccato, di giustizia e di giudizio. Ma come possono essere salvate le persone, se non c’è chi presenti loro l’Evangelo ? E come possono sussistere tali persone se non c’è chi le manda ? Noi abbiamo la responsabilità di mandare missionari, evangelisti, ecc. Dobbiamo essere degli Uria. Rifiutiamo di sollazzarci e consacriamo il tempo, l’energia, i talenti che Dio ha messo a nostra disposizione affinché l’Evangelo sia proclamato. Dobbiamo combattere contro questo nemico che ci blocca e che tiene le borse legate. L’Opera di Dio ha bisogno di ciascuno di noi e del nostro portamonete.
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« Non c'è maggior amore di chi dà la propria vita per gli altri » (Giov. 15:13). Gesù ha dato questa prova suprema dell'amore e desidera essere così da noi amato. Lo zelo per le anime è frutto dell'amore e l'amore nasce, cresce in un cuore e si realizza nelle opere, in una misura tale che esprime l'amore infinito di Gesù per noi.
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Infatti se ci chiedessimo quale fu lo scopo dell'incarnazione e della morte di Gesù in croce, noi comprenderemmo che Gesù si è fatto uomo, ha patito ed è morto in croce, unicamente per il grande amore del quale ci ha amati (Ef. 2:4) procurando una così grande salvezza delle anime. Questa era la Sua fame, la Sua sete, il sospiro di tutta la Sua vita.
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« Maestro, mangia », Gli dicono gli apostoli; ed Egli risponde : « Io ho un altro cibo che voi non conoscete. Il mio cibo è di fare la volontà di Colui che mi ha mandato a compiere l'opera Sua » (Giov. 4:34), cioè « per evangelizzare i poveri » (Luca 4:18).
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Per le anime Gesù lascia tutto : la gloria, i beni, la famiglia, la libertà e infine la propria vita. Nei tre anni di ministerio, non ha una dimora fissa, non ha un tetto sotto cui rifugiarsi, non ha una tavola presso la quale sedersi, non ha un guanciale ove posare il capo, così che Egli dirà : « Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figliuol dell'uomo non ha dove posare il capo » (Mt. 8:20).
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Patisce la fame e la sete, cammina sotto il sole e la pioggia, predica e fa del bene a tutti, senza tregua, e non attende altra ricompensa che di poter dare la vita per le anime. In Luca 12:50 preannunziando la Sua morte, Gesù dice : « Ma v'è un battesimo del quale ho da esser battezzato; e non avrò pace finché non l'avrò ricevuto ». Ed eccolo sulla croce, come un malfattore, disprezzato ed insultato da tutti; non si vendica, non si pente di averci amati, ma solo esprime l'ardente sete che ha delle anime, affinché siano salvate.
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Inginocchiati, contemplaLo a lungo con sguardo amorevole, vedi le spine sul capo, gli sputi sul volto, il corpo fiaccato, le mani ed i piedi trafitti, il cuore colmo di pietà, e mentre vedi quel Sangue versato per la tua salvezza, comprendi magnificamente che Gesù è nato, ha patito ed è morto in croce proprio per te, solo per te, come se tutti gli altri uomini non ci fossero. Egli è il TUO personale Salvatore.
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Non è una pia immaginazione, ma una profonda verità. È la realtà della croce che ha trasformato il persecutore Saulo in audace e instancabile proclamatore del Vangelo di Cristo. « Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me » (Gal. 2:20). È alla luce di questa prospettiva che devi considerare tutta la vita, tutte le azioni, le sofferenze e la morte di Gesù, ed allora comprenderai quanto son preziose le anime che son costate il Sangue di Dio, allora sentirai una riconoscenza vivissima per Colui che, con tanto sacrificio, ti ha liberato dall'inferno e ti ha salvato dalla morte eterna, allora proverai un bisogno immediato di cooperare con tutti i mezzi possibili per la salvezza di MOLTE anime.
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Li senti questi nobili sentimenti di amore per servirLo ? Non senti le voci di tante anime desiderose di salvezza ? Non ti sembra che si ripeta l'episodio del Macedone che, tendendo le braccia all'apostolo lo supplicava : « Vieni, passa il mare salvaci » (Atti 16:9).
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Sono folle di affamati che cercano la giustizia e non c'è chi dia loro il "pane della giustizia" di Dio. Sono migliaia di pecore erranti alla ricerca della luce della verità, e non c'è il pastore che le raccolga e le guidi all'ovile. Sono anime assetate di giustizia e desiderose di grazia, che attendono la mano propizia che indichi loro la vera sorgente della vita.
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Chi le sfamerà ? Chi le condurrà all'ovile della verità e dell'amore ? Quando noi avremo fatto la nostra parte, lo Spirito Santo farà regnare Cristo in tutte quelle anime, per le quali Egli ha sparso il Suo sangue divino, ed ha il diritto di averle per mezzo nostro perché a noi le ha affidate !
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Se tu volessi veramente vedere le anime convertite, se tu volessi veramente udire il nome di Gesù glorificato in ogni nazione, dovresti essere allora pieno di zelo.
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Perché il mondo si converta, bisogna che nel popolo di Dio vi sia un risveglio. Non è l'abbondanza della nostra conoscenza, benché non sarebbe da disprezzarsi; non sono le nostre capacità personali, anche se necessarie. È il nostro zelo che deve operare, mosso dalla fede. Se la nostra vita interiore s'indebolisce, se il nostro cuore batte lentamente davanti a Dio, non sappiamo cosa voglia dire "zelo"; ma se in noi vi è forza e vigore interiore, dobbiamo adoperarci con premura per l'avanzamento del Vangelo di Cristo, per vedere la sua volontà fatta sulla terra, come è fatta nel cielo.
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Guardiamo alla Sua vita. Egli fu ricoperto di zelo come di un manto. Non permettendo indugi alla Sua missione divina. Diamo la prova di essere Suoi discepoli manifestando lo stesso zelo. L’opera di Dio ha bisogno di anime pronte e tu forse puoi essere una di queste.
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Dopo una conferenza missionaria, in un collegio di giovani, tra le offerte si trovò un biglietto con la scritta : « Io dono me stesso ».
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Beati i piedi di chi annuncia il Vangelo ! Beata la mano che additerà alle pecore erranti la porta dell'ovile. Beato colui che avrà saputo apprezzare e vivere la vita eterna fino a dare tutto se stesso perché Cristo trionfi in tutti i cuori e in tutto il mondo ! Beato te, se saprai dire a Gesù : « Eccomi, Signore, manda me ».