Quando troviamo un tesoro più prezioso di quello che possediamo, è cosa normale il dimenticare quanto possediamo per occuparci solo del tesoro. Il nostro tesoro sono le cose del regno di Dio, è lo stesso Cristo. Allora vendiamo tutto quanto possediamo di nostro e occupiamoci del Tesoro. Questa è la volontà di Dio.
La Bibbia ci parla di un cieco di nome Bartimeo che aveva un grande problema (Luc 18). Era cieco e quindi povero. Cosa non avrebbe dato affinché la sua situazione cambi ! Aveva sentito che Gesù di Nazareth aveva cambiato la situazione di molte persone e quando sentì che Gesù stava passando lì, proprio accanto a Lui si mise a gridare: « Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me! ». La folla e i discepoli (come sempre credevano di fare bene) cercavano di ostacolarlo, ma Bartimeo si mise a gridare ancora più forte: « Gesù, Figliuol di Davide abbi pietà di me! ». E per riuscire nella sua impresa, gettò il mantello che lo impacciava. Allora Gesù gli fece recuperare la vista.
Bartimeo è l’esempio tipico di colui che avendo trovato un tesoro va, vende tutto ciò che possiede e compera il tesoro. Bartimeo gettò il suo mantello per riuscire nella sua impresa. Mi direte che era un mantello di mendicante ed è vero, ma vi siete chiesti cosa rappresentasse per Bartimeo? Forse all’inizio non l’aveva neppure e sarà stato felicissimo quando qualcuno glielo avrà regalato. Molto probabilmente non era neppure della sua statura e forse era anche corto. Forse era anche pieno di buchi e di pulci, ma Bartimeo era felice di averlo. Malgrado tutto, quest mantello doveva essere ben utile a Bartimeo nelle notti invernali, e vedo quasi questo povero cieco rannicchiarsi nel suo mantello corto, bucato e pieno di pulci, ma quanto prezioso per lui. Questo mantello era tutto il suo bene e Bartimeo lo gettò per acquistare il tesoro. Spesso ciò che noi consideriamo prezioso non è altro che un vecchio mantello di mendicante. Gettiamolo e prendiamo il mantello di Gesù.
Qual’è il vostro mantello di mendicante? Forse si tratta della vostra religione, del vostro sport preferito, della persona che amate, dei vostri amici, di ciò che la gente può pensare, ecc. Gettiamo via il vecchio e prendiamo di Gesù.
L’evangelista Marco ci presenta il caso di una donna dal flusso di sangue. Durante dodici anni aveva provato inutilmente di guarire ed era diventata povera senza raggiungere il risultato. Che vergogna aveva a causa della sua malattia! Poi un giorno ebbe l’occasione di avvicinarsi a Gesù. Diceva: « Se soltanto riesco a toccare i suoi vestiti, guarirò ».
E vi riuscì. Gesù si accorse che una forza di guarigione era uscita da Lui e, girandosi in mezzo alla folla domandava chi avesse toccato i suoi vestiti. La donna, impaurita e tremante, mettondo da parte la sua vergogna, si gettò ai Suoi piedi e Gli raccontò tutta la verità. Capite? Parlare della propria « vergogna » davanti a tutti... Ma quella donna aveva trovato il tesoro e più niente le importava. Quello che aveva trovato in Gesù era molto più grande del suo mantello di vergogna e ormai solo Gesù contava.
Ricordate i discepoli sulla via di Emmaus? Come erano tristi. Dicevano: « Speravamo che fosse Lui a liberarci dalla schiavitù, ma è morto. Sono tre giorni che è sepolto ». Poi venne la risurrezione di Gesù, lo Spirito Santo discese sui discepoli e potettero gettare via il loro mantello di paura e di delusione. Quando le autorità hanno proibito loro d’an-nunciare l’Evangelo, Pietro e Giovanni hanno risposto: « Vale meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini ». Avevano trovato la perla e niente altro contava per essi.
Un giorno Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, si presenta al profeta Eliseo per essere guarito dalla lebbra. Il profeta gli dice di bagnarsi sette volte nel Giordano. Quale umiliazione per quest’uomo. Dice: « Ci sono grandi fiumi nel mio paese e non avevo certo bisogno di venir fin qui per bagnarmi in questo fiumiciattolo ». Ma obbedisce e ottiene la guarigione. La sua pelle ridivenne tenera come quella di un giovincello e fu purificato. E’ molto facile dire alleluia, ma mettiamoci per un istante al posto di Naaman.
Era considerato dai suoi uomini forte e valoroso. Più volte aveva guidato il suo esercito alla vittoria. Per continuare aveva bisogno della stima dei suoi. Ma cosa avrebbero pensato vedendo la sua lebbra, una volta nudo? L’avrebbero ancora seguito pieni di fiducia? E se la sua obbedienza al profeta non avesse dato il buon risultato? Quanta umiliazione. Pur tuttavia Naaman gettò via il suo mantello di orgoglio e esitazione e prese il tesoro. (2 Rois 13).
Il libro dei Giudici ci ricorda la storia di Gedeone. Quest’eroe di Dio sapeva che il suo vero valore era nell’Eterno. Quando partì alla battaglia poteva contare su 32’000 uomini. Poi l’Eterno gli fece mettere da parte 22’000 uomini affinché tutti sapessero che era l’Eterno a aver riportata la vittoria e non la forza umana. In seguito Dio fece abbassare il numero dei soldati da 10’000 a 300 uomini. Questo era il numero dei soldati che non si erano soffermati a bere con la loro comodità, ma avevano soltanto lambita l’acqua. Era il numero di coloro che avevano gettato via il mantello delle comodità per servire l’Eterno. Quando incontriamo realmente il Signore non possiamo più contare su uomini e donne, ma solo sul nostro Tesoro. La relazione di Davide con il suo tesoro era così forte che non poteva più fare un passo senza chiederGli consiglio.
Cosa dire d’Eliseo? Era un uomo che dava tutto il valore al Signore, suo tesoro. Quando arrivò il giorno della partenza di Elia per il Cielo, Eliseo non si curò di quanti gli dicevano di non accompagnare Elia fino in fondo. Egli sapeva che un tesoro l’aspettava e gettò via il suo mantello di tiepidezza per ricevere da Dio il mantello della doppia porzione di spirito d’Elia.
Non era stato automatico. Aveva dovuto opporsi ai consigli di Elia e dei figli dei profeti. Forse gli avranno detto che era troppo sicuro di se, che non obbediva ai profeti, orgoglioso. Ma Eliseo aveva trovato il Tesoro e questo era il segreto di tutta la sua forza. Niente poteva fermarlo. Siamo noi di coloro che vanno fino in fondo con il Signore?
Cari fratelli e sorelle, il Signore apparecchia una tavola bandita davanti a noi. Lasciamo da parte il vecchio mantello della religione, delle amicizie, della delusione, della tristezza, della denominazione, del cosa diranno gli altri, ecc. Buttiamo via questo mantello che ci impedisce di avanzare di più verso Gesù e di sederci a tavola con Lui. La Parola di Dio ci esorta a non abbandonare. Non stringiamo a noi le vecchie cose come se non potessimo farne a meno. Quello che ha da darci il Signore è molto più prezioso. In Lui noi abbiamo ogni cosa pienamente. Noi siamo eredi e coeredi con Cristo.
Dio prende piacere in coloro che mettono la loro fede in Lui (Ebrei 10:38); ma non ama coloro che abbandonano. Dio non permetta che ci troviamo fra coloro che si ritirano. Siamo vicini al traguardo. Stiamo per ricevere una doppia porzione di Spirito. Andiamo avanti e vedremo la gloria dell’Eterno in mezzo a noi.