Viviamo in un mondo in cui le tenebre abbondano. Tutti si pongono delle questioni sul soggetto delle potenze che opprimono i popoli come la Repubblica Democratica del Congo, l’Irak ; delle questioni sul soggetto dell’abolizione della libertà di coscienza come in Turchia ; perché la guerra del 1914-1918 ? Perché la guerra nel Rwanda, con tutti i suoi morti ? Perché le nazioni sono armate fino ai denti ? E mille altre domande che ci disturbano, ci imbarazzano.
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La Scrittura afferma che Dio governa il mondo e che niente può arrivare alla sua creatura se Egli non lo permette.
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Ma allora, perché permette degli atti così immorali, odiosi e inumani ?
Dio ha una maniera differente di governare. Le Sue vie non sono le nostre. Egli lascia al mondo peccatore, smarrito, perduto, una totale libertà d’azione affinché il fondo di tutti i cuori sia rivelato. I cuori retti vengono al pentimento, mentre quelli pervertiti si infossano di più nel peccato.
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Senza il permesso di Dio, nessun capello della nostra testa può essere toccato. Le prove, i rovesci della vita, niente può nuocerci. Tutto questo deve, al contrario, arricchirci di benedizioni che Dio ha previsto per noi, se noi marciamo con lui e se noi Lo serviamo con tutto il nostro essere .
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Dobbiamo comprendere che niente arriva per caso. Quando Dio ha creato Adamo, Egli ha voluto crearlo. Quando ha creato Eva, è perché ha voluto crearla. Alla base di tutta la creazione c’è stata questa stessa volontà. Egli ha guardato la Sua opera e ha detto : « Questo è buono ! » È così anche per noi. Non è un caso che noi siamo nati. Può essere che i nostri parenti non ci desiderassero, ma Dio, nella Sua grande saggezza, ha permesso che noi venissimo al mondo, tali quali siamo e in più ci ama. Egli ci accetta e vuole che noi ci avviciniamo sempre di più al modello divino. È a questo che concorrono le prove, i lutti, le malattie, le avversità. Egli ci vuole rendere puri e, per far questo, dobbiamo passare attraverso il fuoco, come l’oro.
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Tutte le cose concorrono al nostro bene se noi amiamo Dio. È questo il pensiero che rinforzerà la nostra posizione in Cristo, il segreto che ci permetterà di accettare tutto come proveniente da Dio e di ringraziarLo, lo stesso per le avversità. Alleluia !.
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La Scrittura ci presenta molti personaggi che illustrano bene questa verità. Prendiamo per esempio Giuseppe : i suoi fratelli lo volevano uccidere. Finalmente, essi lo riescono a vendere ai mercanti ismaeliti. Ed eccolo separato, allontanato dal suo vecchio padre che egli amava tanto, come pure da suo fratello Beniamino. Quale dispiacere dovette avere ! Ma le sue « disgrazie » non erano finite. Egli è venduto a Potifar. La moglie di lui si innamora di Giuseppe e, quando egli non cede e rimane retto e puro di cuore, ella lo fa rinchiudere in un’oscura prigione.
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Avremmo sopportato le prove di Giuseppe ? Alla minima prova, nella nostra cecità, non ci rivoltiamo contro Dio con delle lamentele, minacce d’abbandono, e tutto ciò che ci viene in mente. Giuseppe sapeva che al di sopra degli uomini c’è Dio. Egli sapeva che Dio permette le circostanze. Egli sapeva che Dio conosce tutte le cose, che vuole il nostro bene, e che anche se noi non conosciamo il Suo piano, Egli ha un piano meraviglioso per ciascuno di noi. Dio veglia sui Suoi figli e li prepara ad una grande gloria.
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Giuseppe ha permesso a Dio di lavorarlo ed è per questo che è diventato il salvatore dei suoi fratelli, quando questi, umiliati, piangono davanti a lui : « Non siete voi che mi avete inviato qui, ma Dio ».
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Prendiamo ad esempio i genitori di Mosè : essi avevano un bambino e lo dovevano nascondere. In effetti, Dio permetteva che una legge egiziana mettesse in pericolo la vita del loro piccolo bambino.
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Tutti i bambini maschi ebrei erano condannati a morte. A rischio di vederlo annegato, essi misero Mosè in un paniere di giunco e lo deposero tra le canne, sul bordo del Nilo (Es. 2 : 3). Pensate alla preoccupazione di questi genitori ! Ma Dio vegliò sul loro bambino e permise che Mosè fosse adottato dalla figlia del Faraone, che potesse studiare a corte e che fosse istruito conformemente alla scienza egiziana.
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Egli diventò così un grande uomo, liberatore scelto da Dio, legislatore, conduttore d’Israele. È lui che condurrà il popolo d’Israele fino ai confini di Canaan.
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Prendiamo come esempio Giobbe : spogliato di tutti i suoi beni, egli perse ugualmente i suoi figli e la sua salute. Aveva di che essere afflitto ! Giobbe è stato un uomo di Dio, giusto e di una grande integrità. Nonostante questo, Dio ha permesso al nemico di provarlo. Alla fine della prova, Giobbe è rialzato e Dio gli rende tutto in abbondanza e una salute perfetta. È chiaro che durante la prova noi non conosciamo i « perché ». È solamente alla fine che i nostri occhi si aprono.
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Prendiamo ancora come esempio Daniele. Apparteneva alla famiglia reale e era stato deportato come schiavo ! Quale umiliazione ! Pertanto, Daniele, malgrado la sua giovane età, prende la decisione di non sporcarsi secondo i costumi pagani. Egli resta fedele al suo Dio malgrado quello che gli toccava sopportare, a rischio della sua vita. Egli fece sapere a tutti che il Dio del cielo e della terra governa il mondo e che, malgrado i governi e le potenze, è Lui che tiene nelle Sue mani i destini dell’umanità.
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Dio ha i Suoi fini. Il peccato non è stato creato da Lui, ma Egli si serve della sua esistenza per portare le Sue opere a termine. Gli stessi peccatori sono degli strumenti nelle Sue mani, perché il diavolo fà un’opera che si ritorce contro lui stesso.
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Per terminare, vogliamo guardare a Davide. Come tutti i padri, egli avrebbe voluto vedere i suoi figli camminare sui suoi passi. Ma Absalom si rivoltò contro di lui. Al termine di una vita vissuta, movimentata, spossante, ecco che fugge dai suoi figli per salvare la sua vita (2 Sa. 15 : 13-23).
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Sulla sua strada, egli incontra Scimei, un uomo della casa di Saul, che l’insulta, gli lancia delle pietre e lo maledice. Allora Abishai, figlio di Tserujah, indignato, vuole tagliare la testa a Scimei. Ma Davide ha un’intuizione : egli tollera che i suoi figli si fossero rivoltati contro di lui e che Scimei l’avesse insultato. Egli sapeva che dietro tutte le circostanze, Dio era presente (2 Sa. 16 : 11).
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Io credo che in questo pensiero di Davide c’è una verità che noi non conosciamo tanto bene : Dio ci vuole parlare attraverso le prove. Al posto di ascoltarlo, noi continuiamo a porci tutte le questioni possibili. Esattamente come fanno i pagani.
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Cosa c’era di vero nei rimproveri che Schimeï fece a Davide ? Niente ! Un solo pensiero nel cuore di Davide : « Certamente l’Eterno guarderà alla mia afflizione e mi farà del bene in cambio delle maledizioni che ho ricevute oggi ». Egli sapeva che Dio permette le avversità e che alla fine fa cooperare ogni cosa per benedirci.
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Questi uomini di Dio che noi abbiamo citato come esempi ci hanno dato prova di una condotta nobile e molto elevata. Essi sapevano tutti che la loro sorte era nella sicura mano dell’Eterno. Così, quando passavano per l’avversità, malgrado che la loro « carne » fosse colpita, essi dimoravano tranquilli all’ombra dell’Altissimo !
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Tutte le cose concorrono al bene di quelli che amano Dio. Anche la rivolta di un figlio molto amato, anche gli insulti di un Schimeï. Tutto è utile per spogliarci di noi stessi. Alcune circostanze, creature o avvenimenti non ci possono toccare senza che Dio lo permetta. Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi ?. Facciamo nostre le parole dell’apostolo Paolo : « Poichè io sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore » (Rom.8 : 38-39).