Sono nata il 13 agosto 1939, sotto il cielo bretone, ho conosciuto, malgrado la mia giovane età, gli orrori della guerra. Ancora al giorno d’oggi, mi ricordo i sibili delle pallottole, i palazzi che crollavano, le corse sfrenate verso i rifugi sotterranei... Io non capivo molto bene, ma risento dolorosamente di questi avvenimenti che devastarono il nostro paese, mentre le lacrime colavano e i cuori erano assassinati.
Pupilla dell’assistenza pubblica (la guerra mi aveva privata degli altri cari), il 23 aprile 1946, arrivai a Torino in seno ad una famiglia che mi aveva adottata. Questo cambiamento fu per me salutare, ma non cancellava per niente il ricordo delle atroci visioni che mi avevano segnata.
Adottata, amata, proseguii il mio cammino, entrai alla scuola elementare e, nella Chiesa Romana, alla quale appartenevano i miei parenti. Feci la Prima Comunione, così come la seconda. Questi furono dei bei giorni per gli altri; ma attorno alla tavola familiare, mancavano dei membri. Io dissimulai la mia angoscia e offrii agli amici un viso sorridente.
All’età di 13 anni, appresi della loro scomparsa e, aspettandone sempre il ritorno, che non li avrei mai più rivisti. Questa fu una prova terribile.
Nel gennaio 1957, i miei parenti ed io stessa sentimmo parlare dell’Evangelo integrale per la prima volta. Appena assistei, in questo luogo di riunione, sentii una potenza straordinaria. Quando il predicatore fece l’appello al ravvedimento, «appello capovolgente», nel mio cuore, risposi con un «no» categorico.
Nel frattempo, i miei parenti fecero la pace con Dio, e furono trasformati. Il 30 giugno, essi confessarono pubblicamente il nome di GESÙ nelle acque del battesimo. Le prove di tutti i generi (malattie, lutti) che avevano subito nel corso della loro esistenza li avevano gettati in una grande tristezza. Anche, non cantavano mai. Ed ecco, il Signore gli dona serenità, allegrezza e perfetta salute.
Questo cambiamento mi toccò molto, ma non cambiai per niente la mia posizione. Lessi la Parola di Dio di nascosto, e vi trovai la speranza e la consolazione, tuttavia il mio orgoglio m’impediva di riconoscere questi istanti meravigliosi in cui il mio sguardo cercava avidamente nei versetti biblici il conforto e la verità.
Benché i momenti riservati all’appello alla salvezza mi tormentassero sempre, seguivo, malgrado tutto, i miei parenti alle riunioni d’evangelizzazione. Nel mio cuore c’era la lotta tra il bene e il male.
Trascorsero quattro anni durante i quali pregai di nascosto, ma ignoravo che la Bibbia dice: «Dio non esaudisce i peccatori». Delle prove si abbatterono su di me, una disperazione indefinibile mi prese. A vent’anni, pensai al suicidio; ero persuasa che con la morte la calma sarebbe ritornata in me. Non credevo più in Dio, non amavo più niente, né nessuno... solo la solitudine della tomba mi attirava. Durante molto tempo, mi lasciai dominare da questi pensieri malati.
Con uno scossone della mia volontà, mi raddrizzai, desiderando vivere la mia vita. Scelsi a 21 anni un impiego che mi allontanò dal domicilio paterno. Nel gennaio 1961, arrivai a Parigi, i miei sogni sembravano finalmente materializzarsi. La mia prima uscita mi condusse, malgrado me, in una sala evangelica. La mano di Dio si appesantì su me.
Devo riconoscere che i piaceri della capitale non mi apportarono né la gioia, né la pace, ma mi affondarono più profondamente nel fango del peccato.
Nel marzo 1962, allorché effettuai un viaggio in aereo, il nostro apparecchio fu preso in una tempesta assai violenta. Ci guardammo con ansietà. Una domanda mi venne allo spirito: «Se morissi dove andresti a finire?». Io mormorai: «Signore, fa che non muoia, non sono salvata». Presi una buona decisione, specificatamente quella di convertirmi ma, nello stesso momento dopo l’atterraggio, dimenticai tutto.
I miei parenti perseveravano nella preghiera in mio favore, e Dio intese le loro supplicazioni e le esaudì. Ebbe compassione di me e rese il mio cuore sensibile al SUO AMORE; levai gli occhi verso Cristo, mi pentii dei miei peccati, e l’accettai come mio personale Salvatore. Ho ricevuto il Suo perdono, la certezza della mia salvezza, in poche parole «la SUA VITA». Una pace profonda m’inondò, questo fu il più bel giorno della mia vita, avevo 23 anni.
Il 16 settembre 1962, obbedii alla Sua Parola facendomi battezzare a mia volta per immersione conformemente alle Sante Scritture secondo Atti 2: 38: «Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione de’ vostri peccati...».
Sono passata dall’angoscia all’allegrezza, dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce. Gesù ha spezzato le mie catene, mi ha liberata dal mio orgoglio, dalle mie passioni specialmente quelle delle sigarette e della letteratura immorale.
Se Gesù ha trasformato la mia vita, ha manifestato ugualmente la Sua virtù di guarigione nel mio corpo sofferente. Fui guarita da una gotta, di un’ernia, dell’aerofagia di cui ho sofferto per otto anni, così come di una grave intossicazione. Tutto questo in risposta alla preghiera, secondo Isaia 53: 5: «Ma Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su Lui, e per le Sue lividure noi abbiamo avuto guarigione».
Il 23 aprile 1963, la mia famiglia ed io stessa fummo vittime di un incidente della circolazione. La parte davanti della nostra vettura fu distrutto; io ne uscii indenne, io che conducevo, con la meraviglia dei testimoni.
Oltre alla salvezza della mia anima, la Pace dello Spirito e la guarigione del mio corpo, il Signore aveva in riserva un’altra benedizione per la Sua serva: IL BATTESIMO DELLO SPIRITO SANTO. Io l’ho ricevuto il 20 maggio 1965 conformemente alla Sua promessa: «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni...» (Atti 1: 8).
Quanto mi dispiacque di aver resistito durante cinque anni e mezzo all’appello di Gesù, questo prezioso nome che avevo sovente ingiuriato. L’annuncio della Parola di Dio dei cataclismi che devono avvenire sulla terra non mi preoccupano. Io sono pronta per il ritorno di Gesù che, secondo le profezie (che si realizzano sotto i nostri occhi) è prossimo.
Io sono felice di avere un tale Maestro e di servirlo da ora in avanti rendendo testimonianza attorno a me. Vi invito a fare la stessa esperienza, che sarà seguita da molti altri. È sufficiente accettare la mano che Gesù il liberatore vi tende. Chiunque voi siate, giovani, anziani, credenti, scettici, ribelli, disperati, ammalati, venite a LUI, allora, come me, conoscerete la pace profonda, la gioia meravigliosa della salvezza e una vita utile al servizio dei vostri simili.
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Christiane-M. ALENET